Un post duro che ha suscitato una serie di reazioni indignate e che hanno probabilmente suggerito allo stesso Adinolfi di rimuoverlo. Il post continuava così: «No signori, voi non volete davvero dare allo Stato la possibilità di costruire un sistema in cui ci sia una finta »scelta« tra curare i sofferenti con centinaia di migliaia di euro all'anno o finirli con una iniezione di pentobarbital il cui principio attivo costa 13 euro. Non la volete la legge sull'eutanasia che hanno Belgio, Olanda e Lussemburgo che nel 2001 hanno soppresso 60 persone e nel 2016 oltre 15mila e non erano 15mila Dj Fabo. Non fatevi fregare - concludeva -. Non volete l'inferno».
Le parole di Adinolfi su Facebook, unite alle centinaia di commenti negativi sotto il post, hanno costretto il social network a bloccare il profilo personale del leader politico. In tanti tra i suoi sostenitori hanno scritto sulla sua bacheca per manifestare solidarietà: anche il post "incriminato" non è più visibile. «Le parole di Adinolfi? La differenza tra un disabile gasato e ammazzato in un campo di concentramento e un malato terminale che sceglie di interrompere quella che considera una tortura non merita nemmeno di essere spiegata», il commento al TG Zero di Radio Capital di Marco Cappato, dell'Associazione Luca Coscioni. Leggi l'articolo completo su
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