A uccidere, il 26 agosto del 2010, la 15enne di Avetrana, secondo il sostituto pg Antonella Montanaro, sono state Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano, per le quali «va confermato il verdetto di primo grado con la condanna all'ergastolo». L'udienza di oggi, riservata alle repliche di accusa e difesa, ha di fatto consentito un supplemento di requisitoria alla rappresentante dell'accusa, che ha ribadito come il materiale probatorio non possa «essere frammentato: questo è il gioco della difesa».
I giudici entreranno in camera di consiglio per la sentenza il 24 luglio, dopo la replica dell'avvocato Nicola Marseglia, co-difensore di Sabrina. Le due imputate detenute erano presenti in aula, ma hanno scelto di seguire l'udienza in posti diversi. Sabrina, occhiali neri e capelli raccolti con un elastico, indossava una polo bianca e rossa e un pantalone nero. È rimasta seduta tutto il tempo nel gabbiotto. Cosima Serrano era invece accanto ai suoi legali. Anche lei non ha tradito emozioni. Indossava una maglia marrone e un pantalone nero. Alle sue spalle, due file dietro, c'era suo marito: Michele Misseri, camicia a righe verticali bianca e azzurra e marsupio a tracolla.
Dall'altro lato la famiglia della vittima: la mamma Concetta Serrano, il papà Giacomo e il fratello Claudio. «Ma non c'è Sarah», ha detto nel suo intervento Nicodemo Gentile, difensore di parte civile. «Questo è il processo di Sarah: dovremmo ricordarcelo tutti. La famiglia avrebbe fatto volentieri a meno di essere qui, oggi». Il processo, ha aggiunto Gentile, «ha una svolta obbligata, bisogna capire anche in appello: chi ha ucciso Sarah? Perché? Se la sentenza di primo grado deve essere ribaltata - ha osservato rivolgendosi ai giudici - indirettamente voi direte, come dicono le difese, che a uccidere è stato Michele Misseri. Vi chiediamo di non commettere l'errore del secolo, di portata planetaria, parlando di un assassino che non sa perché ha ucciso e con che cosa ha ucciso».
Il pg ha contestato la versione della difesa sul presunto complotto da parte di polizia giudiziaria, carabinieri, pm e giudici, anche della Cassazione, nei confronti di Sabrina. «Che motivo avrebbero avuto?», ha sostenuto, ricordando che le indagini dopo la scomparsa di Sarah furono «portate avanti a 360 gradi con accertamenti su tutti, anche sulla stessa famiglia Scazzi e persino sul suo papà». Montanaro ha poi puntualizzato ancora che Sarah è stata uccisa tra le 14 e le 14.18 (mentre la difesa sposta l'orario tra le 14.28 e le 14.42), che le responsabili sono mamma e figlia («una la teneva, l'altra la soffocava») e che Michele Misseri era lucido («senza l'ombra di avvocati o infermieri») sia quando ha accusato la figlia nell'incidente probatorio sia durante il sopralluogo nel garage in cui ha ricostruito i fatti.
A rispondere, punto per punto, ai rilievi dell'accusa è stato l'avvocato Franco Coppi, altro legale di Sabrina, secondo il quale «la difesa non ha mai parlato di complotto ma di errori colossali.
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