Non importa quanti baci ci si sia dati, quanti raffreddori scambiati, o figli e vacanze fatti insieme, la Cassazione ha ribaltato una sentenza del tribunale di Trento affermando, in ultima analisi, che per nessuna ragione - salvo autorizzazione ad hoc - una banca debba fornire informazioni sul conto corrente del coniuge.
Sconfessando così un istituto di credito del Nord-Est che, giustificandosi con l'autorizzazione all'uso dei dati sensibili (che ogni correntista, di fatto, deve firmare), nel 2010 aveva fornito ad una moglie le fotocopie di estratti-conto e investimenti del marito.
La signora aveva poi usato le informazioni ricevute per meglio condurre, ovviamente dal suo punto di vista, le trattative per il divorzio. Il matrimonio è finito, ma ora la vicenda giudiziaria andrà ridiscussa da capo. Leggi l'articolo completo su
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