Nell'ultimo trimestre del 2016 la pressione fiscale è diminuita di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell'anno prima, scendendo sotto la soglia del 50%, precisamente al 49,6%. Lo rileva l' Istat, che conferma il dato annuo, per l'intero 2016, al 42,9%. Anche in questo caso in calo a confronto con il 43,3% del 2015.
Il potere d'acquisto delle famiglie nel 2016 è aumentato dell'1,6%, il rialzo maggiore dal 2001, ovvero da quindici anni. Lo rileva l' Istat, che però registra un calo dello 0,9% nell'ultimo trimestre dell'anno su base congiunturale.
Per il 2016 l'Istat segna lo stesso aumento anche per il reddito disponibile delle famiglie, in aumento dell'1,6% sul 2015. L'incremento più forte dal 2011. Ma come il potere d'acquisto, che è il reddito reale, l'indice scende su base trimestrale (-0,6%). Tirando le fila dell'anno, sia la ricchezza nominale che quella depurata dall'inflazione, grazie a prezzi piatti, salgono. Ce ne è così abbastanza per aumentare la propensione al risparmio e anche la spesa. Mentre in finale d'anno, quarto trimestre del 2016 sul quarto trimestre del 2015, diminuiscono sia il reddito disponibile che il potere d'acquisto, i consumi invece crescono a danno della propensione a mettere da parte, in decisa contrazione.
La propensione al risparmio delle famiglie nel 2016 ha fatto un passo in avanti, salendo di 0,2 punti percentuali rispetto al 2015: dall'8,4% all'8,6%. Tuttavia per l'ultimo trimestre dell'anno segna un deciso calo congiunturale (un punto percentuale in meno).
La spesa per consumi finali delle famiglie nel 2016 è salita ancora, per il terzo anno consecutivo, registrando un rialzo dell'1,3%. Rispetto al 2015 c'è un lieve rallentamento (era cresciuta dell'1,5%), ma anche l'ultimo trimestre del 2016 vede la freccia puntare verso l'alto, con un incremento congiunturale dello 0,5%.
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