Nei giorni scorsi, infatti, la Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'indagine aperta per istigazione al suicidio a carico di ignoti, 'valorizzandò, dopo lunghe e complesse indagini, una serie di elementi tra cui i filmati di una delle telecamere di sorveglianza della zona di piazza Napoli che avrebbe ripreso, alle 3.39 del mattino del 31 maggio scorso, il momento in cui Carlotta Benusiglio si sarebbe allontanata dal suo fidanzato con cui aveva litigato e trascorso la nottata. Fidanzato che poi sarebbe rientrato a casa sua a bordo di un taxi. Per gli inquirenti si è trattato di un gesto volontario da parte della donna e, tra l'altro, già i primi esiti dell'autopsia avevano indicato lo «strangolamento per impiccagione» senza alcun segno di lesioni o colluttazione e quindi dell'intervento di terzi.
L'avvocato della famiglia, però, chiede al gip Alfonsa Ferraro (dovrà fissare un'udienza di discussione) la «prosecuzione delle indagini» con una serie di accertamenti, tra cui una «riproduzione dinamica» delle modalità «esecutive dell'impiccagione» e un «esperimento giudiziale» sui «tempi di percorrenza» necessari all'uomo per «effettuare gli spostamenti» che ha messo a verbale. In più un nuovo «approfondimento medico legale», altri accertamenti biologici e sulle telecamere della zona, il sequestro del telefono e degli strumenti informatici del fidanzato e altri approfondimenti ancora. Per il legale Tizzoni, tra l'altro, gli inquirenti «nell'esaminare i dati investigativi raccolti» ne hanno interpretato «il contenuto in chiave sempre favorevole» all'uomo «ritenendo, irrilevanti, le incongruenze e contraddizioni emerse e e fornendo ampia attendibilità e credibilità alle versioni fornite dallo stesso».
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