La prima fase delle indagini coordinati dalla procura di Santa Maria Capua Vetere si è basata sull’intercettazione di dialoghi che il gip definisce illuminanti. «La mozzarella è venuta dura come pietra, non si può mangiare»: uno dei commenti agli atti. E, quando arriva latte troppo vecchio, inutilizzabile per i prodotti freschi, lo si getta nei tini destinati ai formaggi stagionati: «Mettilo dentro il caciocavallo». Ma, soprattutto, gli indagati fanno chiaro riferimento alla soda durante le conversazioni registrate e sembra che la prassi, benché vietata, fosse in realtà un trucco noto, una sorta di segreto di Pulcinella per gli operatori del settore, tollerato ma mai provato. Mai prima dell’operazione «Aristeo». I Bellopede, per la procura, avrebbero acquistato consapevolmente quel latte «corretto» alla soda, ma altri clienti annullano gli ordini. «Il latte fa schifo, non è che ci hai messo la soda?», chiede il gestore di un piccolo caseificio ai titolari della «Sorrentino». Al netto di quanto già ricostruito, e di ciò che diranno gli indagati a partire da lunedì nel corso degli interrogatori di garanzia, da questo momento la parola passa alle analisi di laboratorio.
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