Per il resto è la provincia appartata e senza mode a disegnare questo pezzo di città, che scopre un grembo avvelenato di viltà sepolte nel silenzio. Silenzio complice? Non si conoscono del tutto i dettagli, anche se i sussurri su questa casa privata trasformata in centro massaggi dicono che fosse ben nota nel giro degli scambi omosessuali, frequentata dalla gente bene, si parla di professionisti e persone conosciute del posto. Dopotutto le due persone mascherate che sono sfuggite all'identificazione del video pornografico fatto nel corso della violenza ci raccontano simbolicamente proprio questo: un vizio tenuto nascosto, riparato da ogni evidenza, eppure brutalmente perseguito. Via Talamo non è il luogo dell'abbandono, del margine della comunità: via Talamo è nel centro della comunità. E questo rende perfino più inquietante la vicenda. Il Comune è a poche centinaia di metri; a poche centinaia di metri, dalla parte opposta, c'è il commissariato di polizia. C'era il tribunale qui, oggi gli uffici del giudice di pace, nello stesso stabile anche qualche ufficio dei servizi sociali del Comune. C'è la Metellia Servizi, la società municipale che si occupa sei servizi pubblici, dai parcheggi ai rifiuti. C'è la biblioteca comunale, l'istituto per ragionieri, il mercato coperto col centro per l'impiego. La topografia è impietosa: è Cava, nel suo cuore stesso, a essere colpita da questa storia, è Cava a restarne ammutolita, nella rabbia repressa del suo sindaco, Vincenzo Servalli, che si dice «sconvolto» per questa vicenda che ha rotto «la tranquillità della città», mentre nei corridoi del Comune esplode un assessore, Enrico Polichetti, delegato al Centro storico e ai grandi eventi, che invoca «la castrazione chimica» per i responsabili. I responsabili. Erano quattro a praticare violenza orale e anale sul ragazzo bloccato sul lettino.
Dei due arrestati, Simone Criscuolo e Giuseppe Alfieri, quest'ultimo era anche il titolare. Diffondeva su internet le qualità del suo centro massaggi: un luogo di benessere, per il quale decantava «le virtù del massaggio». Un percorso verso la felicità corporale attraverso multiple tappe: «il potenziamento del sistema immunitario», «l'eliminazione delle tossine e delle cellule morte», «l'assorbimento di elementi che nutrono la pelle». «Accarezzati e coccolati» è - alla luce dei fatti - l'inquietante messaggio di réclame che chiude l'elenco dei benefici. I due ragazzi adescati erano stati chiamati proprio per fare delle fotografie per sponsorizzare le attività del centro. Appena più avanti, si è aperto per loro il baratro della violenza. Che spicca con ancora più forza navigando tra le pagine pubblicitarie del centro, tratteggiate con colori rassicuranti. Un'immagine tenue e tranquilla di ribaltamento ipocrita della realtà. Alfieri si presenta come «massaggiatore muscolare ad indirizzo terapeutico, tecnico della musicoterapia, incaricato Forever Aloe Vera». Tra i contatti, solo un generico riferimento alla città di Cava de' Tirreni col cap, e un numero di telefono cellulare. È l'aloe vera l'elemento chiave del suo benessere. Sul prodotto c'è anche il link per la vendita on-line dei prodotti: lì si acquisiscono ulteriori, scarne informazioni. Una G puntata segnala un secondo nome, non dichiarato. La sezione «i miei appuntamenti» è vuota. C'è anche un blog, che raccoglie una serie di testimonianze di clienti, più donne che uomini, dei prodotti commercializzati: bevande, integratori, cosmetici.
Un luogo virtuale per fare business, la faccia presentabile della feccia più riprovevole, di un circuito della perversione, tappeto steso sopra una montagna di sporcizia.
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