Banche, conto corrente troppo caro per una famiglia italiana su quattro

Banche, conto corrente troppo caro per una famiglia italiana su quattro
ROMA - Una famiglia su quattro in Italia ha un conto corrente non conveniente: paga di più del cliente tipo per quella tipologia di contratto. È il dato che emerge dall'indagine annuale della Banca d'Italia sull'onerosità dei conti correnti bancari e di Poste italiane.

La spesa media nel 2014 è rimasta pressochè invariata: 82,2 euro con un aumento di 30 centesimi rispetto all'anno precedente. Un quarto dei conti correnti, tuttavia, paga più del costo espresso dall'Isc, l'Indicatore sintetico di costo, ossia un numero che rappresenta il costo totale di gestione che paga nell'anno il cliente-tipo.

L'Isc, in sostanza, «consente di valutare la convenienza del contratto sottoscritto rispetto alle proprie esigenze operative» scrive la Banca d'Italia. L'indagine è condotta su un campione di 13 mila clienti di 627 sportelli bancari di 47 sportelli postali. Il lieve aumento dello scorso anno, indica via Nazionale, è legato al maggior numero di operazioni effettuato nell'anno mentre le spese per canoni e altri oneri fissi sono rimaste sostanzialmente invariate.


In dettaglio, la spesa per canoni e altri oneri fissi è rimasta sostanzialmente invariata (-0,1 euro), mentre le spese variabili sono di poco aumentate (0,4 euro) per effetto essenzialmente del maggiore numero di operazioni effettuate nell'anno (da 131 a 140,4 unità), mentre le corrispondenti commissioni sono diminuite. Se l'operatività sui conti fosse rimasta invariata, nel 2014 avremmo registrato una riduzione delle spese variabili pari a 0,5 euro, proprio per effetto delle minori commissioni unitarie. L'onerosità complessiva dei conti correnti è dovuta principalmente all'ammontare delle spese fisse, che aumentano al crescere dell'anzianità dei conti, e, sulla base di quanto detto prima, al numero di operazioni effettuate nell'anno. Quanto al confronto con l'Isc, per un quarto dei conti correnti la spesa effettiva è risultata maggiore dell'Indicatore per 56,4 euro. Si tratta, in quest'ultimo caso, di conti non pienamente coerenti con le esigenze operative dei clienti; per essi sarebbe possibile conseguire un risparmio di spesa accedendo, presso la stessa banca o altri intermediari, ad un nuovo contratto con una struttura di costi maggiormente rispondente al numero e al tipo di operazioni svolte. Nel 2014 i conti correnti con una spesa effettiva inferiore all'Isc sono diminuiti dal 76,1 al 74,4 per cento del totale; per questi conti, la spesa effettiva è stata inferiore di circa 99 euro rispetto all'Isc. Leggi l'articolo completo su
Leggo.it