Le assunzioni saranno inferiori alle 150mila previste inizialmente ma, secondo il Miur, ci saranno 60.000 insegnanti in più per creare nuove classi di infanzia e di tempo scuola nel primo ciclo. Al centro della riforma, quindi, i docenti. E per loro, secondo Renzi, è arrivato il momento di farsi dare i voti: «Gli scatti di merito sono giusti, è giusto che siano valutati gli insegnanti e che sia doveroso che se c'è qualcuno che valuta gli insegnanti sia a sua volta valutato con criteri che siano nell'interesse delle persone perbene». E non è tutto. «E' il momento che la scuola cambi – ha spiegato il premier anticipando provvedimenti pratici - occorre consentire che il 5 per mille possa essere destinato anche alla cultura e alla scuola, le classi pollaio sono inaccettabili e nel 2015 avremo 3000 nuovi interventi di edilizia».
Non solo scuola, ieri Renzi ha parlato anche del Job's act difendendosi dalle critiche della Boldrini che lo ha accusato di non aver ascoltato le commissioni. E sulla Rai «non faremo eleggere il nuovo cda con la legge Gasparri, a marzo faremo un ddl o, per necessità, un decreto legge». Immediata la reazione del senatore che, con un tweet, ha definito il premier «un imbecille». Scontro anche con Landini che, replicando alle parole del premier che ha commentato il suo «scontato ingresso in politica dopo il fallimento in Fiom», ha assicurato che resterà nel sindacato. Leggi l'articolo completo su
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