L’idea di partenza della coppia e in particolare della donna era quella di mettere al mondo il suo secondogenito con un parto naturale. Con il passare delle ore tuttavia le prospettive sono cambiate e si è deciso di cambiare strada optando per il parto cesareo. Già appena nato, il bimbo aveva parametri preoccupanti: il battito del suo cuoricino era rallentato. Un quadro clinico che ha messo immediatamente in allarme i medici presenti in sala operatoria. In sala, tra gli altri, c’erano anche un pediatra e un medico rianimatore. Così è stato disposto il trasferimento nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Salesi di Ancona.
Sono le 18 di giovedì: il piccolo giunge in una terapia intensiva neonatale due ore e mezzo dopo il parto: un tempo enorme per le condizioni molto gravi in cui si trovava. Secondo le informazioni raccolte al Salesi, il bambino era in asfissia prenatale con compromissione multiorgano e gravi problemi cardiocircolatori. Un quadro clinico complicatissimo, quasi irreversibile. I rianimatori del Salesi fanno il possibile: al fianco del piccolino c’è suo papà, non lo molla un secondo. Nella notte, intorno alle 2, le sue condizioni cliniche sono peggiorate. La mamma sotto choc ha chiesto di raggiungere il figlioletto, che purtroppo è morto dopo alcune ore. L’ospedale di Civitanova, non appena giunta la notizia dal nosocomio di Ancona, ha aperto un’indagine interna per chiarire quanto accaduto in sala operatoria. Massimo Palazzo, direttore sanitario dell’Area vasta 3, nella mattinata di ieri si è consultato con i colleghi e ha affermato «che sono state rispettate tutte le procedure». Leggi l'articolo completo su
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