Ad annunciare, alla vigilia del Salone di Pechino, i programmi del primo gruppo automobilistico mondiale per il più grande mercato del pianeta è stato il numero uno della galassia VW Herbert Diess che solo un mese fa, quando era ancora Ceo del marchio, aveva svelato al mondo – sempre nella capitale cinese – la terza generazione della Volkswagen Touareg, annunciando tra l'altro l'intenzione nel brand di lanciare dieci nuovi Suv entro il 2020 in un Paese nel quale le ruote alte sono in crescita esponenziale.
Nella nuova veste, Diess ha impressionato la platea del Volkswagen Group Media Event con programmi di portata ancora più vasta, volti a fornire al mercato cinese innovative soluzioni di mobilità individuale, con l'obiettivo di diventare il punto di riferimento di una nuova era fatta di soluzioni intelligenti, sostenibili e a misura d'uomo. Per sostenere concretamente questi progetti, il Gruppo e le sue joint venture locali metteranno sul tavolo entro il 2022 circa 15 miliardi di euro da investire nell'auto elettrica, nella guida autonoma, nella digitalizzazione e nei nuovi servizi di mobilità.
Un ruolo cardine in questa strategia è attribuito alla «quarta dimensione della mobilità», supportata delle numerose partnership che la divisione cinese del gruppo sta stringendo con realtà locali ad alta tecnologia, nell'ambito di una visione nella quale l'auto dovrà diventare un dispositivo intelligente e autonomo integrato in un ecosistema fortemente digitalizzato. Per raggiungere questo traguardo, Diess ha annunciato che, sempre entro il «fatidico» 2022, verrà avviata la produzione di veicoli a batterie in almeno sei stabilimenti locali, con l'obiettivo di introdurre in Cina almeno 40 modelli NEVs (Neew Energy Vehicles) nell'arco dei prossimi 7-8 anni.
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