«Il cliente delle barche di lusso guarda a stili di vita e forniture di servizi in perfetta sintonia con il piacere di navigare, perciò la trasversalità è al centro delle attività di Altagamma» teorizza il presidente della fondazione, Andrea Illy (quello del caffè). «Lo stesso yacht – aggiunge – non è più una piccola nave adatta a fronteggiare le intemperie, ma si è trasformato in una accogliente casa galleggiante, costruita per offrire qualità della vita a bordo, in un contesto fatto di creatività, tecnologia, manifatture artigianali».
«Tutto parte dal mutato atteggiamento dei nostri clienti» spiega Giovanna Vitelli, vice presidente di Azimut-Benetti. «Gli armatori non desiderano più oggetti che ostentino opulenza, ma barche comode e funzionali, mirate a creare le migliori condizioni per il benessere fisico e mentale, per vivere esperienze uniche». Uno dei guru della materia è Nerio Alessandri, Ceo di Technogym. «Come i produttori di barche – spiega – non vendiamo solo prodotti, ma esperienze, creiamo le condizioni per vivere emozioni, per vivere bene. Il welness risponde a questa domanda: è uno stile di vita praticabile sempre e ovunque, anche in barca, e nella tribù della welness people ci sono gli stessi clienti della grande nautica».
«Innovazione e artigianalità sono i punti d’incontro tra produttori di barche e scarpe d’alta gamma» spiega Riccardo Sciutto, ex manager di Pomellato e Della Valle, oggi Ceo di Sergio Rossi, brand del gruppo Bonomi (lo stesso che controlla Aston Martin) specializzato in calzature da donna. «Per costruire un paio di scarpe – dice Sciutto - occorrono da 14 a 26 ore, mentre per uno yacht possono richiedersi anche più di tre anni. Ma il discorso va spostato sul dopo: il minimo comun denominatore che avvicina scarpe di lusso e super yacht è la capacità di godersi l’oggetto del desiderio, che sia una barca o una scarpa».
Leggi l'articolo completo su
Leggo.it