La gang, come ricostruito dall’indagine coordinata dal pm di Ancona Daniele Paci, ha ottenuto profitti per 500mila euro: promuoveva le vendite sui maggiori motori di ricerca piazzando i mezzi a persone convinte di trattare con una vera concessionaria ad Ancona. Clienti da tutta Italia erano invitati presso le sedi anconetane di via via Di Vittorio e via Rossa per visionare le auto, incappando nel raggiro. Le auto con i contachilometri modificati sono state vendute in particolare nelle Marche (71) e in Abruzzo (12) ma anche in Umbria (11), Emilia Romagna (11), Molise (9), Lazio (9), Toscana (8), Puglia (5), Veneto (3), Lombardia (3), Piemonte, Sardegna e Liguria (1).
I carabinieri della Stazione anconetana di Brecce Bianche hanno analizzato centinaia di vendite: in molti casi il gap tra percorrenza reale e alterata era tale da rendere i mezzi pericolosi per incolumità dei passeggeri e circolazione stradale. Le indagini si sono allargate a un’officina di revisioni che certificava costantemente l’esito positivo dei controlli sui mezzi risultati poi con chilometri scalati. I venditori sostenevano che le vetture fossero riconducibili ad unico proprietario benché in realtà fossero state in possesso di vari automobilisti. Responsabilità sono emerse anche per due agenzie di pratiche auto di Ancona che per gli inquirenti avrebbero favorito passaggi di proprietà falsificando gli atti. Leggi l'articolo completo su
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