In settimana Tavares incontrerà anche il premier britannico Theresa May. Giovedì invece si vedranno la ministra tedesca dell’Economia, Brigitte Zypries e Sapin: anche se l’incontro era previsto da molto tempo per parlare ‘dei rapporti economici tra la Germania e la Francia su ampia basè, al centro del confronto ci sarà sicuramente la trattativa tra General Motors e il gruppo automobilistico francese. La vicenda Peugeot-Gm rimette in moto il settore auto a livello mondiale. Un nuovo round di consolidamento sembra alle porte. L’annuncio della trattativa ha riportato in primo piano il risiko delle alleanze e, in particolare, l’ipotesi di fusione tra Gm e Fca, da oltre un anno caldeggiata da Sergio Marchionne e sempre bocciata da Mary Barra. Voci apprezzate a Piazza Affari dove il titolo del gruppo italoamericano ha chiuso in crescita dell’1,41%.
L’amministratore delegato di Fca è un convinto sostenitore della necessità di aggregazioni nel settore auto. Il colosso di Detroit senza Opel eliminerebbe una fonte di perdite e sarebbe un partner ancora più adatto perché si ridurrebbero le sovrapposizioni in Europa e quindi il rischio di tagli. Per Gm un accordo significherebbe il mantenimento di un presidio in Europa, dove Fca continua a crescere. Un’eventuale aggregazione tra la prima e la terza casa auto degli Usa implicherebbe però una sovracapacità produttiva negli impianti americani, ipotesi sicuramente non gradita al presidente Donald Trump.
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