E pazienza se sui social media in molti lo accusano di megalomania oramai senza freni o addirittura di comportamenti da Repubblica delle banane. "Siamo di fronte a un evento che celebra la gloria pura e semplice dell'America", ha scandito il presidente davanti al popolo della Nascar, la potente associazione che organizza le corse e che da sempre è vicina al tycoon, con i vertici che gli regalarono l'endorsement nelle elezioni di quattro anni fa. "La Daytona 500 è una manifestazione leggendaria di motori che ruggiscono, di spiriti che ruggiscono e del talento dell'America, velocità e potenza di cui per molti anni avevamo solo sentito parlare", ha proseguito Trump in un clima di esaltazione, chiamando i fan sugli spalti "patrioti": "I fan della Nascar sanno che non importa chi vince, quello che importa è Dio, la famiglia e il Paese", ha aggiunto il presidente. Poi in un'intervista a bordo pista Trump ha scherzato: "Se potessi salirei su una di quelle auto per correre". Per correre più in fretta - avrà pensato - verso quella che vede come la consacrazione finale: la rielezione alla Casa Bianca il prossimo 3 novembre. Leggi l'articolo completo su
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