Questa tecnologia, nella quale sembrano credere con maggiore convinzione i costruttori asiatici, è il frutto di decenni di ricerche che Toyota ha concentrato anche sui serbatoi dell'idrogeno, e solo quando lunghi ed esaurienti teste ne hanno confermato la sicurezza il colosso giapponese ha deciso di mettere in commercio la prima berlina a fuel cell. Appunto la Mirai, generosa berlina (è lunga 4,89 metri) con 154 cv di potenza, velocità massima di 178 km orari e 500 km di autonomia, ripristinabili facendo il pieno in tempi e con modalità analoghi a quelli di un distributore a benzina.
Per fare il pieno, però, servono le infrastrutture, e proprio questo è il punto debole dell'Italia e della mancata programmazione in materia. Perché dove la Mirai è già sul mercato (5.600 le unità vendute finora, di cui 225 in Europa tra Regno Unito, Francia, Norvegia, Svezia, Belgio e Germania) le amministrazioni centrali e locali mostrano una maggiore sensibilità nei confronti della mobilità davvero sostenibile. Il governo tedesco, per esempio, ha deciso la costruzione di 100 stazioni di rifornimento entro quest'anno, destinate a diventare 400 nel 2020.
L'amministratore delegato di Toyota Italia Mauro Caruccio è ovviamente in prima fila nell'impegno per «tradurre in realtà anche in Italia gli importanti risultati in altri Paesi in collaborazione con le istituzioni centrali e le amministrazioni locali, che anche da noi stanno mostrando una crescente attenzione al tema della mobilità sostenibile e per le nostre soluzioni in materia. L'auspicio è di portare Mirai in Italia entro l'anno».
Visto l'argomento, la strategia di comunicazione e informazione non poteva che prendere il via da Torino, capitale italiana dell'automobile, con una dimostrazione affidata a un pilota d'indiscutibile autorevolezza, la sindaca Chiara Appendino che ha sperimentato in prima persona la guidabilità e la brillantezza già apprezzate dai giornalisti specializzati che avevano avuto l'opportunità di provare la «Toyota del futuro» sulle autostrade tedesche. Leggi l'articolo completo su
Leggo.it