Stop motori termici, ma il vero problema è che il 60% del parco veicoli circolante in Italia ha più di 10 anni

Traffico in una città italiana

Secondo uno studio Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica), al 31 dicembre 2021 quasi il 60% del parco veicoli circolante in Italia ha più di 10 anni e il restante 40% dieci anni o meno. Venendo alle auto il 58,9% delle macchine che circolano per lo Stivale hanno più di 10 anni di vita, sono invece il 66,4% i veicoli industriali con piu di due lustri sulle spalle. Dunque il vero problema è che il Parco auto circolante in Italia è tra i più vecchi d’Europa.

Ieri c’è stato il via libera definitivo del Parlamento europeo all’accordo, raggiunto dall’Ue lo scorso novembre, sullo stop ai veicoli inquinanti (quindi a benzina e diesel) di nuova immatricolazione a partire dal 2035. Ma si arriverà a questo traguardo per tappe. La fase intermedia e individuata nel 2030 con la riduzione del 55% di emissioni di CO2 per le auto e del 50% per i furgoni.

Nel 2035 stop alla vendita di auto nuove alimentate a diesel e benzina; infine l’obiettivo generale e la neutralità carbonica da raggiungere nel 2050. Il tema della messa al bando in Ue di nuove auto alimentate a diesel o benzina a partire dal 2035, pone anche il problema delle terre rare e delle materie prime per mandare in porto la transizione energetica. Secondo dati riferiti dall’allora Mite, ora Mase, ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ad esempio per fare un’ auto elettrica servono oltre 200 kg tra rame, litio, nickel, magnesio e cobalto.

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