Le applicazioni e la loro gestione, ma soprattutto i dati che possono venire raccolti attraverso il loro utilizzo a bordo sono il grande patrimonio che i costruttori non vogliono cedere né alla società di Mountain View né a quella di Cupertino, i cui servizi rischiano di diventare indispensabili. E i costruttori non si possono permettere di “dipendere” da altri: Toyota, ad esempio, è finora riuscita a non offrire a bordo dei propri modelli né Apple CarPlay né Googles Android Auto.
Il consorzio ha già raccolto le adesioni del gruppo francese PSA, e dei costruttori giapponesi Suzuki e Mazda nonché di Fuji Heavy Industries, che controlla Subaru. Anche fornitori del calibro di Xevo, Luxoft ed Elektrobit hanno deciso di far parte del consorzio, mentre altri (QNX, Harman, Pioneer e Panasonic) hanno già manifestato l'intenzione aderire all'organizzazione.
Lo SmartDeviceLink è “figlio” dello standard “AppLink” di Ford, un software open source sul quale sono state sviluppate diverse applicazioni: AccuWeather, Spotify, Pandora o iHeartRadio sono già disponibili su almeno cinque milioni di veicoli a livello planetario. Infatti, sarà una società dell'Ovale Blue, la Livo, ad occuparsi della gestione del consorzio.
Leggo.it