Gli “smartisti” incalliti un po’ storcono il naso e faticheranno ad accettare la grande rivoluzione della citycar glamour. Ma la mission della Smart è radicalmente cambiata, ora l’ex reginetta dei centri urbani va a caccia di nuove tipologie di clienti e allarga gli orizzonti a una platea globale. Completando quella conversione all’elettrico già partita nel 2019. Proprio le batterie restano l’unico elemento di raccordo fra epoche diverse, vicine nel tempo ma lontanissime nella sostanza. La piccola tedesca è cresciuta, ha cambiato perfino il nome: Smart #1, come si chiama adesso, incornicia la nuova identità figlia di una trasformazione radicale e digitale.
Frutto della joint venture tra Mercedes-Benz e Geely, viene prodotta solo in Cina per i mercati mondiali. È costruita bene sul pianale Sea di Geely per l’alimentazione elettrica, è curata nei dettagli (ad esempio nelle maniglie elettriche a scomparsa) e ricca nei materiali.
Capacità di ricarica massima di 22 kW (corrente alternata) e 150 kW (continua): in tre ore si rigenera dal 10 all’80%, 30’ con ricarica super veloce. La versione Brabus, top di sportività anche nei sedili, ha colore a contrasto del tetto, spoiler nell’anteriore e sul lunotto e minigonne laterali. Offre la trazione integrale con la potenza che passa a 315 kW (428 cv), mentre la coppia sale a 543 Nm. Su strada si traduce in un’ulteriore iniezione di adrenalina e uno scatto ancor più godibile: accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 3,9”, con autonomia di circa 400 km. Concepita all’insegna del digitale, la nuova Smart #1 dialoga con gli occupanti tramite comandi vocali grazie all’integrazione con il sistema Ecarx, che trasforma la vettura in un “concentrato per la mobilità”.
La plancia è un mix di hi-tech avanzato per il controllo intuitivo dei sistemi digitali, con funzioni divertenti che utilizzano l’intelligenza artificiale. Per esempio l’avatar Fox virtuale che funge da “assistente” nelle diverse operazioni di infotainment.
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