Fra i reparti della fabbrica si respirava un’atmosfera di tensione e di incertezza già nelle scorse settimane, prima delle festività natalizie. Poi la svolta, con il mancato rinnovo del contratto di Arrivabene, che fino a settembre sembrava saldamente in sella». La figura di Binotto a capo della scuderia Ferrari è quella del predestinato: nei piani di Marchionne sarebbe dovuta finire proprio così. Il compianto ex presidente del Cavallino Rampante aveva già deciso di puntare per il futuro su Binotto a capo della Gestione Sportiva.
Fra loro c’era un filo diretto per le scelte tecniche e non solo. Marchionne si rivolgeva direttamente all’ingegnere di natali svizzeri, che aveva acquistato potere essendo fra i grandi artefici del rilancio della scuderia dopo il primo, fallimentare anno con i motori V6 ibridi. Suo il merito d’aver riportato la Rossa davanti alla Mercedes in termini di prestazioni in gare e in qualifica almeno per la prima parte della stagione che si è poi conclusa, però, con il trionfo delle Stelle d’Argento e del quattro volte campione del mondo Lewis Hamilton. Leggi l'articolo completo su
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