Lungo 4,67 metri, Koleos si propone con una immagine in perfetta sintonia con la rivoluzione stilistica firmata da Laurens van den Acker e con tutto ciò che ci si può attendere da un Suv che andrà a collocarsi in una parte del mercato dove «non ci sono solo i giapponesi, i coreani, Peugeot o Skoda, ma anche players di categoria premium», come ha detto Francois Reynard, responsabile del segmento D per Renault. La gamma per l’Italia non è stata ancora definita. Ma a Parigi è stato anticipato che ci saranno versioni a 2 e 4 ruote motrici, esattamente come per Kadjar, con cui Koleos condivide pianale e parte della meccanica.
I motori disponibili sono un 2.5 a benzina da 140 o 170 cv (probabilmente escluso dal mercato italiano) e due turbodiesel, 1.6 e 2.0, da 130 e 175 cavalli. Il cambio è un automatico CVT a variazione continua, di cui in Renault dicono un gran bene «per la capacità di ridurre al minimo l’effetto trascinamento». Inutile dire che lo spazio a bordo è uno dei pregi di questo sport utility di grandi dimensioni. Tuttavia non è prevista una versione a 7 posti. “Per chi vuol viaggiare in 7 abbiamo già Espace e Scenic – dice Reynard – . Su Koleos avremmo dovuto sacrificare il comfort assottigliando i sedili, invece abbiamo privilegiato lo spazio per cinque e non abbiamo ridotto il vano bagagli, che è di 600 litri”. Le dotazioni saranno ricche e non mancherà tutto il necessario per infotainment, connettività e assistenza alla guida. In uno stand dominato dal concept Trezor molti si sono chiesti se nel futuro di Koleos c’è una versione elettrica.
«Su questa piattaforma – ha spiegato Reynard - non si potrebbe utilizzare la meccanica della Formula E montata sulla Trezor, è invece possibile la soluzione ibrida plug-in, con motore a benzina più uno elettrico ricaricabile. Ma per ora resta un grande punto interrogativo: la domanda è quando, la risposta è non subito. I costi sono ancora elevati e non c’è redditività. Forse se ne parlerà nel 2019 o 2020».
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