A quasi sette anni dalla loro introduzione, le 4.000 vetturette elettriche grigie - disegnate e realizzate in collaborazione con Pininfarina e la torinese Cecomp -sono progressivamente scomparse dal paesaggio urbano. Tra le cause dell’insuccesso di Autolib’ vengono citate le ingenti spese per la manutenzione delle auto, delle stazioni di ricarica e il non raggiungimento del business plan legato agli scarsi noleggi. Tra l’altro, malgrado il nome, Autolib’ non era affatto ‘liberò: oltre all’abbonamento fisso imponeva di riportare l’ auto nelle piazzole riservate, incomparabile in termini di praticità con il sistema ‘flottantè diffuso da tempo in altre metropoli europee e che consente di lasciarla ovunque. La crisi del car-sharing targato Bolloré è andata quasi di pari passo con quella di un altro simbolo della mobilità sostenibile parigina, le bici in libero servizio Velib’. Leggi l'articolo completo su
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