Presa confidenza con i kart all’età di quattro anni, l’enfant prodige arabo ha collezionato rapidamente successi in serie e l’anno scorso in Italia ha sbalordito tutti arrivando terzo su trenta concorrenti in una corsa ostacolata dalla pioggia, condizione atmosferica con cui non si era mai misurato in gara, e vincendone un’altra.
Nel nostro Paese, dove tornerà quest’anno per partecipare ad una dozzina di competizioni, tra l’altro, il “piccolo Alonso”, come lo chiamano negli Emirati, metterebbe volentieri radici, visto che la sua aspirazione più grande è quella di arrivare un giorno a guidare la Ferrari. Della scuderia di Maranello, e solo dopo della Formula Uno in generale, si innamorò quando il padre lo portò a visitare il “Ferrari World” di Abu Dhabi, parco tematico dedicato al “Cavallino”. Da allora vede e sogna solo in “rosso”, colore che in omaggio alla sua macchina preferita ha scelto per far dipingere la sua cameretta.
In attesa che si avveri il suo desiderio, ogni giorno si impegna a coltivare il suo talento grazie anche al sostegno dei suoi genitori e, in particolare, del padre, che gli ha messo al fianco un coach, Paul Chatenay, con cui si allena 2-3 volte a settimana: “È molto concentrato su quello che vuole - ha spiegato il genitore -, conosce la F.1 e la maggior parte dei suoi piloti: noi siamo felici che stia già inseguendo un sogno a questa età”. Buona fortuna Rashid.
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