La strumentazione “punta tutto” sul contagiri analogico, posizionato al centro dello sguardo. Una sgasata e via, sulle strade della Sardegna, tra Porto Cervo e Santa Teresa di Gallura, quasi 400 km tra andata e ritorno, in un alternarsi di costiera, entroterra, curve, controcurve, collina e pianura. L’ideale per saggiare assetto, tenuta, accelerazione, frenata, cambio. A proposito di cambio, è un manuale a 6 marce di precisione chirurgica. Innesti corti, rapidi, netti. Fa venire voglia di cambiare anche quando non è necessario. E, in più, dispone di un “valore aggiunto”, l’auto-blip, che farà la gioia dei porschisti più giovani, quelli cresciuti con gli automatici/sequenziali doppia frizione e ignari del punta/tacco e della doppietta: è un sistema automatico che attiva la doppia debraiata nelle scalate. Pratico e divertente, agevola anche i guidatori più esperti.
Lo sterzo svuotato da tasti e comandi è più amico che mai, lo impugni senza esporti a distrazioni; i cambi di direzione più repentini non creano il minimo problema, ingressi e uscite dalle curve non danno impacci né spaventi, mai: lo sterzo è diretto e la Speedster sembra inchiodata all’asfalto. Del resto dispone di 4 ruote sterzanti, autobloccante meccanico e alcuni dispositivi hi-tech come il Torque Vectoring, delegato alla migliore ripartizione della coppia. I 470 Nm regalano una gran bella spinta anche con le marce alte, accelerazioni brucianti (0-100 in 4,0 secondi) e progressioni infinite, fino alla soglia dei 9000. La conformazione dell’abitacolo e la forma del parabrezza fanno sentire ben protetti e ciò consente di godersi al meglio il viaggio, specie ad andature da passeggio. E, soprattutto, se tutt’intorno brillano il sole e il mare della Costa Smeralda...
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