Si tratta di una norma che è stata introdotta essenzialmente per finalità di tutela dell'ambiente correlate al potenziamento del settore della ricostruzione dei pneumatici usati''. Come è noto, infatti, l'attività di ricostruzione di pneumatici ha una grande valenza ecologica in quanto con la tecnologia della ricostruzione è possibile prolungare la vita dei pneumatici e ritardarne lo smaltimento, con evidenti benefici ambientali. La norma contenuta nella finanziaria 2002 ha avuto un'indubbia importanza, ma la sua efficacia è stata purtroppo limitata dall'assenza di controlli sulla sua applicazione e dalla mancata introduzione di adeguate misure sanzionatorie in caso di inadempienza da parte dei soggetti obbligati a rispettarla. È da segnalare a questo proposito che molto spesso l'obbligo di utilizzare il 20% di pneumatici ricostruiti viene di fatto disatteso da molti enti pubblici tenuti ad applicarlo. Per affrontare le sfide che i criteri dell'economia circolare e dello sviluppo sostenibile pongono a tutti settori, Airp ritiene dunque che ''i tempi siano ormai maturi per istituire severi controlli per il rispetto delle quote obbligatorie di pneumatici ricostruiti''.
''Nel nostro Paese - si sottolinea - è assolutamente possibile, se si considera che negli altri Paesi europei economicamente avanzati le percentuali sono decisamente superiori. Basti citare il caso della Francia, che ha recentemente posto come obbligatoria la scelta dei pneumatici ricostruiti per il 100% degli acquisti di pneumatici effettuati dallo stato''. Al fine di garantire l'effettiva applicazione e dunque l'efficacia di questa misura, Airp ribadisce la necessità di introdurre l'obbligo di verifica sugli acquisti effettuati e prevedere un sistema di sanzioni in caso di non ottemperanza alla norma. Leggi l'articolo completo su
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