L'operazione è importante non soltanto per il nome e la parentela del pilota, ma anche per la sua esperienza. E, soprattutto, perché dimostra le ambizioni di Jaguar. Che aveva spiegato come la passata stagione, quella dell'esordio, servisse per accumulare esperienza e quella entrante per provare a vincere qualche gara prima di tentare l'assalto al titolo nel quinto campionato, il primo senza cambio macchina. Accanto a Piquet, il team ha confermato il 23enne neozelandese Mitch Evans “scaricando” Adam Carroll. Il pilota kiwi ha conquistato 22 punti contro il 5 del più esperto (ma non in Formula E) compagno di squadra.
Sulla decisione di Piquet ha senz'altro influito la scarsa affidabilità del bolide elettrico cinese. Dopo la prima e vittoriosa stagione corredata dal successo in due ePrix, il brasiliano è riuscito solo nella prova monegasca del 2017 ad avvicinare il podio: il quarto posto ottenuto nel principato è stato il miglior risultato nei tutt'altro che esaltanti secondo e terzo campionato. La Nio dovrebbe continuare con Oliver Turvey e potrebbe rivolgersi a José Maria Lopez, la cui avventura con Ds Virgin Racing si è chiusa male dopo un solo anno.
Squadra che arriva terza non si cambia. Con il debuttante Rosenqvist (che a Berlino ha centrato anche la prima vittoria per sé e per la squadra), terzo assoluto, e con il navigato Haidfeld, Mahindra ha conquistato il terzo posto anche fra i costruttori. Un risultato inatteso per la scuderia indiana che ha confermato i due piloti saliti complessivamente dieci volte sul podio la passata stagione: nessun altro team ha fatto meglio. Il numero uno della scuderia, Dilbagh Gill, si è dichiarato sicuro che con lo svedese ed il tedesco alla guida della M4Electro («la nostra miglior macchina finora») Mahindra sarà «costantemente ai vertici della scena e combatterà per vittorie e titolo».
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