Ma Agag non si arrende. Constatato che trovare altre città disposte ad ospitare la Formula E è praticamente impossibile per mancanza di tempo in quanto servono permessi e quant'altro, si è seriamente pensato di organizzare in via del tutto eccezionale le gare sui circuiti permanenti. Gli uomini di Agag stanno contattando vari autodromi europei, dove forse sarebbe molto più semplice recuperare almeno sei o sette gare piuttosto che avventurarsi su circuiti permanenti in Corea del Sud o in Indonesia e Stati Uniti per ridare vita agli appuntamenti cancellati. Creare un calendario con eventi in Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Germania e magari Belgio, Olanda e Gran Bretagna, questa sarà la via per salvare la stagione 2019-2020.
Agag ha anche spiegato che vorrebbe concludere il campionato entro settembre, previsione forse troppo ottimistica, per avere poi il tempo per far ripartire il campionato 2020-2021. Il punto è che non sarà facile trovare autodromi liberi in un arco di tempo così ristretto (tra luglio-agosto e settembre) perché tutte le altre categorie internazionali del motorsport stanno ridisegnando i calendari, dalla Formula 1 alla Formula 4 passando per le serie a ruote coperte come GT, WTCR, ELMS eccetera, per non parlare dei vari campionati nazionali. Sarà durissima trovare date disponibili e forse la Formula E, come stanno facendo tutti (calcio compreso) dovrebbe rivedere il proprio format annuale pensando a chiudere la stagione attuale anche a ottobre e novembre se necessario, per poi ripartire serenamente nel 2021 con il prossimo campionato. La Formula E divisa su due anni così come è strutturata ora, con un solo appuntamento nella stagione precedente (mese di novembre), non ha molto senso... Leggi l'articolo completo su
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