Al rifiuto era seguito un alterco con minacce e la denuncia alle Forze dell'ordine. Gli avvocati del denunciato avevano tentato di far derubricare il reato a violenza privata. Al riguardo la Corte ha chiarito nella sentenza: «non è configurabile il reato di violenza privata per la semplice ragione che il suddetto reato ha natura sussidiaria rispetto all'estorsione dalla quale si differenzia per l'assenza dell'ingiusto profitto che, invece, nel caso di specie, è configurabile (richiesta di una somma di denaro non dovuta)».
Al riguardo, la pubblicazione della Giuffrè editore, sottolinea: «In merito alla minaccia, riguardante i possibili pericoli per l'integrità della vettura in caso di mancato pagamento dei 2 euro, è stato considerato irrilevante il fatto che l'automobilista non si sia sentito intimidito: questo elemento non rende meno grave la condotta tenuta dal parcheggiatore». Leggi l'articolo completo su
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