Grazie alla costante evoluzione con cui la casa dei Tre diamanti ha scandito la vita della sua «bandiera» tecnologica (è stato il primo Suv a quattro ruote motrici sviluppato su una piattaforma nata per l'elettrificazione), il nuovo Outlander è compatibile con i futuribili eco-sistemi V2G/V2H, sigle che identificano la capacità delle auto elettriche prossime venture di dialogare – e se del caso anche di fornire energia – sia con la rete elettrica (la G è l'iniziale di Grid, griglia in inglese), sia con l'abitazione (H sta per Home).
Il rinnovato e-Suv Mitsubishi ha ottenuto l'omologazione secondo il nuovo standard europeo Wltp che fornisce valori di consumi, emissioni e autonomia più vicini a quelli reali, come ha confermato molto empiricamente la nostra esperienza diretta, visto che uscendo da Milano e percorrendo l'autostrada nella modalità di guida EV (solo elettrica) selezionabile con un pulsante sulla consolle centale, l'indicatore di carica della batteria è arrivato a zero con soli 5 chilometri (circa) di anticipo rispetto all'autonomia dichiarata di 45 km. Uno scarto accettabile, soprattutto se lo si confronta con quelli – davvero abissali – rilevati quando era in vigore il vecchio protocollo Nedc.
Anche senza forzare la modalità elettrica, e quindi lasciando all'elettronica di bordo il compito di gestire la collaborazione tra i motori, l'Outlander manifesta una spiccata vocazione «verde», certificata da emissioni di CO2 che nel ciclo misto si attestano a 46 g/km: un valore davvero rilevante per un mezzo che sfiora i 4,7 metri di lunghezza e le 2 tonnellate di peso, in grado di trasportare 5 persone nel massimo comfort, lasciando a disposizione dei bagagli un volume compreso tra 453 e 721 litri (se il carico viene stivato fino al tetto), mentre con un equipaggio più snello, costituito solo dagli occupanti dei sedili anteriori, la capacità varia da 868 a 1.584 litri, ai quali se ne devono aggiungere altri 35 ricavati sotto il pianale del bagagliaio.
Nella prova su strada l'Outlander Phev si è fatto apprezzare per il silenzio tipicamente «elettrico» che accompagna l'avviamento e la partenza, quando a spingere sono solo i due motori elettrici, quello anteriore da 82 cv e quello posteriore da 95, ma anche quando alla trazione collabora il quattro cilindri a ciclo Atkinson 2.4 da 135 cv (potenza che i propulsori europei ottengono con cilindrate di gran lunga inferiori) la rumorosità rimane quasi inavvertibile.
I 224 cv complessivamente erogati da sistema rendono brillante e piacevole da guidare la vettura che può ora contare su due modalità aggiuntive rispetto alle preesistenti Normal e Snow. La prima è la Sport, che determina assetto e regolazioni più affini alle esigenze di chi chiede qualcosa in più in termini di prestazioni, mentre la modalità Lock agevola il comportamento off-road e ben si sposa alle quattro ruote motrici messe a disposizione dal doppio motore elettrico associato al sistema S-Awc (Super All wheel control) che ottimizza la distribuzione della coppia tra le singole ruote in funzione delle condizioni di marcia e che fa di Outlander Phev l'unico Suv ibrido plug-in con trazione integrale permanente.
Un modello davvero hi-tech, che al powertrain evoluto affianca numerose soluzioni di assistenza alla guida e di connettività. In Italia si presenta con un listino che parte da 49.900 euro e con una gamma articolata negli allestimenti Instyle Sda, Instyle Plus Sda e Diamond Sda. In un mercato non troppo sesnsibile all'elettrificazione l'obiettivo di Moreno Seveso, direttore generale di Mitsubishi Motors Automobili Italia, è di portare il nuovo Suv ibrido plug-in dal 2% delle vendite del marchio nel nostro Paese al 10% che lo allineerebbe alla media europea. E l'Outlander Phev 2019 ha le carte in regola per riuscirci.
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