Il principale avvicinamento, che renderebbe ora possibile un accordo, è stato, sempre secondo le fonti citate dalla stampa, sulla gestione delle passività del fondo pensionistico aziendale. Tuttavia, si sottolinea che possibili ostacoli potrebbero ancora insorgere anche se, in una fase così avanzate delle trattative, sembrano ormai improbabili. Psa Peugeot e Opel non hanno voluto commentare le indiscrezioni. Prima dell’ufficializzazione l’accordo deve essere ancora approvato dal consiglio di sorveglianza di Psa Peugeot. Il passivo del fondo pensionistico era un punto molto importante all’ordine del giorno delle trattative, in quanto tra Opel e la controllata britannica, Vauxhall, si è creato un deficit di quasi 10 miliardi di dollari. Secondo fonti vicine ai negoziati, Gm, in cambio di concessioni sulle passività pensionistiche, chiedeva restrizioni alla vendita di modelli Opel in Cina mentre Psa ha fatto presente di non poter sopportare, da sola, il peso del passivo.
Oggi al sito Opel di Ruesselsheim è in programma un’assemblea sindacale con un’informativa sull’andamento dei conti nei primi mesi dell’anno, durante la quale potrebbero emergere novità sullo stato dei negoziati. Peugeot ha già promesso il mantenimento dei siti Opel in Germania e Gran Bretagna e delle garanzie occupazionali ma solo entro i limiti già previsti da Gm, e cioè fino a tutto il 2020. La casa francese si ripromette risparmi per 2 miliardi da sinergia nell’R&D e negli acquisti ma gli analisti ritengono l’obiettivo poco realistico senza tagli soprattutto nei siti tedeschi.
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