I tre impianti Nissan negli Stati Uniti, in Tennessee e Mississippi, sono chiusi dal 20 marzo e il loro fermo è stato prolungato almeno fino al termine di aprile. Ancor prima della diffusione della pandemia, spiegano i media giapponesi, il terzo costruttore auto giapponese aveva previsto il taglio di 12.500 dipendenti, pari a circa il 10% della forza lavoro, all’interno di un piano più ampio di ristrutturazione. Dopo l’arresto dell’ex presidente del gruppo Carlos Ghosn per illeciti finanziari, nel novembre del 2018, Nissan ha fatto fatica a recuperare terreno in un mercato già in fase di rallentamento. Lo scorso febbraio l’azienda con sede a Yokohama ha registrato la prima perdita trimestrale in 11 anni nel periodo tra ottobre e dicembre, e ha ridotto ulteriormente le stime sugli utili. Leggi l'articolo completo su
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