L’abitacolo conferma la sensazione di trovarsi di fronte a una tappa importante nell’evoluzione della specie Juke, sfoggiando materiali di qualità in un ambiente accogliente e confortevole non solo per l’aumento delle dimensioni (la lunghezza – 4,21 metri – è cresciuta di 75 mm, il passo addirittura di 105), ma anche per la razionalità della nuova architettura. Lo spazio per la testa è abbondante anche per i passeggeri di alta statura, mentre quelli posteriori si giovano di 58 mm di profondità in più per le ginocchia. Spazioso è anche il vano bagagli su tre livelli il cui volume, cresciuto del 22% a 422 litri, si colloca ai vertici della categoria.
Dal punto di vista meccanico, è previsto un unico motore di ultima generazione, che promette brillantezza e consumi contenuti: il 3 cilindri Dig-T turbo a benzina 1.2 da 117 cv che può essere abbinato a un cambio manuale a 6 marce o a un doppia frizione Dct con 7 rapporti. Inedito è l’interruttore D-Mode sulla consolle centrale che offre la scelta tra le modalità di guida Eco, Standard e Sport. Il salto di qualità più evidente, che induce i manager del brand a parlare della «Nissan più connessa di sempre», riguarda probabilmente le tecnologie di assistenza alla guida, sicurezza e infotainment, spesso ereditate dai segmenti superiori. Per esempio, il pulsante blu ProPilot inserito in una razza del volante assiste il guidatore nelle fasi di accelerazione, sterzata e frenata, consentendo di adeguare automaticamente la velocità al flusso del traffico e mantenendo la distanza di sicurezza dal veicolo che precede, mentre il monitoraggio dell’angolo cieco prevede l’inedita correzione automatica della rotta in caso di manovra potenzialmente pericolosa.
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