Motus-E, crescita record delle colonnine in Italia. Al 30 settembre installati 32.776 punti di ricarica

un'auto elettrica in ricarica

Al 30 settembre 2022 in Italia risultano installati 32.776 punti di ricarica in 16.700 infrastrutture di ricarica (o stazioni, o colonnine) e 13.225 location accessibili al pubblico. Lo scrive nella rilevazione trimestrale, Motus-E, associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica. Negli ultimi tre mesi si osserva un aumento di 2.072 punti di ricarica, 1.026 Infrastrutture e 815 nuove location. Rispetto a settembre 2021, invece, i punti di ricarica hanno registrato una crescita di 7.982 unità. «Nonostante i numeri positivi, il 12% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali - osserva l’associazione - in quanto non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative. Quasi la metà, ovvero il 45%, degli oltre 2.000 punti di ricarica installati in questo trimestre sono punti di ricarica ad alta potenza». Attualmente «il 90% dei punti di ricarica installati è in corrente alternata (AC), mentre il 10% in corrente continua (DC)», spiega l’Associazione. 

Guardando alla distribuzione geografica, il 57% circa dei punti di ricarica è distribuito nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro e solo il 20% nel Sud e nelle Isole. In Europa, il nostro Paese è tra i più virtuosi. Come mostrano i dati di giugno 2022, l’Italia mette a disposizione di 100 automobilisti di auto completamente elettriche circa 21 punti di ricarica, al di sopra della media europea (13) e molti di più di quelli offerti da Germania (10), Francia (12) e Spagna (19). Fanno meglio di noi, tra le grandi, solo Belgio (24) e Paesi Bassi (35). «I numeri mostrano un trend positivo che auguriamo prosegua nei prossimi mesi, grazie anche ai fondi del Pnrr - spiega Motus-E - L’Italia deve comunque colmare alcune lacune geografiche per raggiungere una capillarità maggiore e deve sanare il ritardo di installazioni in autostrada. Siamo sulla buona strada, ma dobbiamo accelerare in vista del 2035». 

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