«Abbiamo voluto risolvere questa cosa già adesso per poterci concentrare sul presente e spostare l'attenzione sulle gare anche perché se non lo facessi sarebbe anche pericoloso. Il futuro è ancora lontano nella mia mente -prosegue lo spagnolo-. La sfida dopo tanti anni in MotoGp è di dare sempre il massimo ogni giorno come cerco sempre di fare perché penso di essere uno dei piloti più professionali per la concentrazione che metto sul lavoro. Sentivo di aver bisogno di questa sfida per avere questa motivazione per lavorare sodo come ho sempre fatto».
Dietro la scelta di lasciare la Yamaha di Lorenzo alcuni vedono la volontà di essere il primo pilota del team, tesi smentita dall'iberico: «Non mi preoccupavo di essere il numero 1 o 2 in Yamaha, per me era sufficiente avere gli stessi strumenti del mio compagno perché credo nel mio potenziale. Ovviamente potrei trovare una filosofia diversa, in futuro probabilmente avrò più possibilità di creare la moto da guidare. Forse saranno più concentrati su di me».
«Mi sento grato alla Yamaha per questi anni, abbiamo vinto molti titoli assieme e senza la Yamaha non sarei un tre volte campione del mondo in MotoGp, se avessi preso la decisione molto prima non sarei campione del mondo», prosegue Lorenzo che sulla sua permanenza nel team chiarisce: «Mi sono sempre sentito molto protetto dalla Yamaha, il materiale è sempre stato quello che mi aspettavo». Sul tipo di moto che troverà alla Ducati Lorenzo aggiunge: «Non lo so, certamente sarò molto veloce in rettilineo, sono concentrato per correre con la Yamaha, dopo Valencia vi dirò cosa penso di fare con al Ducati.
Per quanto riguarda la scuderia ha fan molto fedeli e devoti, si sentono una famiglia.
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