Nel 2035 le auto elettriche, che oggi sono solo il 3% del mercato, raggiungeranno una quota del 50%. Nello stesso arco di tempo la mobilità condivisa passerà dal 7 al 15% e i veicoli autonomi dall’1 al 20%. Le stime di Boston Consulting Group, illustrate dal managing director Davide Di Domenico, durante l’Automotive Business Summit del Sole 24 Ore, danno il senso del profondo cambiamento in corso nel settore. La strada da fare è ancora tanta, in Italia soprattutto. “Discutiamo di auto elettriche, ibride, Euro6, ma in Italia il problema è quello dei 20 milioni di macchine stravecchie che circolano sulla strada. Sono un problema sia dal punto di vista ecologico sia della sicurezza. Anche se vendessimo solo auto elettriche nei prossimi cinque anni si risolve solo una parte del problema. Quei 20 milioni di auto restano lì’’ osserva Radek Jelinek, presidente e amministratore delegato di Mercedes-Benz Italia. Il tema della riconversione della produzione industriale, legata alla nuova mobilità, sarà al centro dell’incontro convocato dal ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, domani alle 16,30, con Stellantis e i sindacati.
“Tutte le parti - dice Santo Ficili, responsabile delle attività del gruppo in Italia - devono svolgere il loro ruolo, dobbiamo investire affinché si possa ridurre drasticamente le vetture non ecologiche che purtroppo girano ancora oggi sul mercato italiano.
“Altri Paesi europei lo stanno facendo, in Italia stiamo discutendo con il ministro Cingolani. Un tema in qualche modo ineludibile, non per punire qualcuno, ma per dare un indirizzo chiaro anche al settore privato”, spiega. Tutte le case automobilistiche chiedono scelte concordi per il futuro dell’auto. Per Massimo Nordio, amministratore delegato di Volkswagen Italia, “è fondamentale che tutti gli attori di questa trasformazione in corso nel mondo dell’auto facciano squadra e suonino la stessa sinfonia con la stessa tonalità”. “Gli incentivi sono la misura principale per favorire il rinnovo del parco circolante, ma ci sono anche altre soluzioni - sottolinea Daniele Maver, presidente e ad di Jaguar Land Rover Italia - ci vorrebbe maggiore rigore nelle revisioni auto, blocchi del traffico decisi a livello nazionale e criteri più restrittivi per le auto storiche, perché a 20 anni un’auto è vecchia e non storica”.
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