TORINO - Nel mese di agosto in Italia sono state vendute 79.756 auto, il 12% in più dello stesso mese del 2022. Nei primi otto mesi di quest’anno le immatricolazioni sono state 1.040.560 con una crescita del 20,3% sullo stesso periodo del 2022. I dati sono stati pubblicati dal ministero dei Trasporti. Il MIT ha segnalato che i trasferimenti di proprietà sono stati 306.962 a fronte di 283.920 passaggi registrati ad agosto 2022, con un aumento dell’8,12%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 386.718, ha interessato per il 20,62% vetture nuove e per il 79,38% vetture usate. Guardando alle performance dei marchi in agosto, i rialzi delle immatricolazioni più elevati sono stati quelli di Jeep (+106,4% a 3.381 unità), Cupra (+88,99% a 1.064 unità) e Mg (+277,8% a 1.481 unità). Balzo esponenziale per Tesla (+2.029% a 2.129 unità).
Tra le flessioni maggiori in termini percentuali, invece, ci sono state quelle di Lynk (-96% a 11 unità), Fiat (-20,39% a 8.542 unità) e Ford (-27,05% a 3.948 unità).
«Se si mantenesse il tasso di incremento di agosto fino a fine anno, il 2023 - spiega il Csp - potrebbe chiudere con 1.583.993 immatricolazioni e quindi con una crescita del 20% sul 2022, ma questo livello è tutt’altro che soddisfacente in quanto per far fronte all’esigenza di sostituire le auto più vecchie e quindi più inquinanti e meno sicure occorrerebbe un volume di immatricolazioni non inferiore a 2.000.000 di unità all’anno. Il mancato raggiungimento di tale livello sta costringendo molti automobilisti a mantenere in esercizio auto che sarebbero da tempo da rottamare. I dati sulle radiazioni dal Pubblico Registro Automobilistico (Pra) diffusi dall’Aci sono eloquenti. Nel 2019 le radiazioni annue furono 1.540.680, nel 2021 ancora 1.491.281, ma nel 2022 sono precipitate a 1.051.834 e nel 2023 potrebbero arrivare sotto quota 1.000.000. Incide anche la transizione energetica in quanto vi sono forti pressioni per il passaggio all’ auto elettrica, ma molti possibili acquirenti non si sentono ancora pronti a fare questa scelta per il prezzo elevato o per riserve sulle idoneità dell’ auto elettrica a rispondere alle loro esigenze.
Le case auto hanno ancora un portafoglio ordini importante di vetture non ancora consegnate per le carenze di microchip e di altri componenti essenziali per la loro costruzione, ma l’acquisizione di nuovi ordini appare insoddisfacente». Dall’inchiesta congiunturale del Centro Studi Promotor emerge che in agosto ben il 72% dei concessionari giudica basso il livello di ordini. È del tutto evidente, secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, che «se questa situazione non si sbloccherà in tempi ragionevolmente brevi il mercato italiano dell’ auto potrebbe trovarsi in nuove difficoltà».
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