Lancia registra a ottobre 4.850 vetture, in crescita dell’8,2%, pari a una quota del 3,1%. Positivo il risultato del brand nel progressivo annuo, con 50.500 immatricolazioni, in crescita del 2,4% e una quota del 3,1%, +0,7 punti percentuali rispetto al 2018. Ypsilon continua a essere tra le più vendute in Italia e anche in ottobre è la più venduta del segmento B (14,8% di quota) ed è seconda nella classifica assoluta. Per il marchio Fiat la Panda - sia in ottobre sia nel progressivo annuo - si conferma la vettura più venduta in Italia, dominando il segmento A dove ottiene una quota del 38,8% nel mese. Sempre nella categoria delle city car, la coppia Panda e 500 (anche lei tra le ‘top ten’ del mese) permette a Fiat di raggiungere una quota del 50,6%. Mese positivo per 500L - ancora una volta la più venduta della categoria - per 500X (terza assoluta nella top ten e la più venduta del suo segmento) oltre che per Doblò (più venduto tra i multispazio) e Tipo, che nel difficile segmento C ottiene una quota del 9,5%. Sono quasi 21.500 le Fiat immatricolate in ottobre (quota 13,7%), mentre nell’annuo le registrazioni del marchio sono 244.800 (15,1%). Alfa Romeo in ottobre immatricola 1.900 vetture con una quota dell’1,2%.
Buoni risultati dei due modelli di punta: Stelvio, con una quota del 14,2% è il più venduto della sua categoria, mentre Giulia è ai vertici del segmento D. Nel progressivo annuo il brand registra 21.800 vetture per una quota dell’1,3%. «In un quadro macroeconomico con persistenti incertezze sia economiche sia geopolitiche le previsioni sul mercato auto nel 2020 rischiano di dover essere rivista pesantemente al ribasso, alla luce della recente proposta del Governo di inserire nella Legge di Bilancio l’aumento, per tutti i dipendenti, del valore ai fini fiscali delle auto aziendali in fringe benefit, che potrebbe risultare raddoppiato o addirittura triplicato».
Lo afferma Michele Crisci, presidente dell’ Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere «La proposta, vessatoria nei confronti dei dipendenti - osserva Crisci - danneggerebbe anche le aziende, già penalizzate nella competizione internazionale dai limiti solo italiani a deducibilità e detraibilità, ed escluse dal Superammortamento previsto per gli altri beni strumentali, con un impatto fortemente negativo sul mercato delle auto aziendali e sulla capacità di rinnovare il parco circolante. Già in questi giorni, infatti, si sta riscontrando il blocco degli ordinativi da parte delle aziende clienti, nell’assoluta incertezza del quadro normativo e fiscale». Leggi l'articolo completo su
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