Un’operazione in teoria semplice, in realtà complessa, che tuttavia non ha scoraggiato i progettisti giapponesi, notoriamente precisi, puntigliosi, meticolosi, in certi casi ossessionati dalla assoluta necessità di centrare l’obiettivo fissato. Guardata inizialmente con un po’ di diffidenza, la scelta della Mazda ha prodotto un successo clamoroso, da Oriente a Occidente (compresi gli Stati Uniti, dove la chiamano Miata) con circa un milione e sessantamila unità vendute e la bellezza di 280 premi raccolti in tutto il mondo. Tutto ciò ha incoraggiato la piccola casa giapponese ad andare avanti sulla strada intrapresa, aggiornando di volta in volta il proprio gioiello con accorgimenti legati allo stile, alle dotazioni, alla motorizzazione.
Un percorso coerente, approdato ora al Model Year 2019. Che non segna una svolta radicale, ma aggiorna la quarta generazione del fortunato modello prodotto a Hiroshima, con interventi legati prevalentemente alla motorizzazione, che ora è più potente e più rispettosa dell’ambiente: già allineata alla normativa Euro 6 D-Temp, la MX-5 di ultima generazione fa registrare emissioni di CO2 allo scarico comprese tra un massimo di 157 e un minimo di 143 gr/km, con consumi tra 6,9 e 6,3 litri/100 km.
L’incremento di potenza riguarda in particolare la versione con motore SkyActive-G 2.0 litri, che guadagna 24 cavalli, passando da 160 a 184. Un aumento considerevole, ottenuto non ricorrendo a banali interventi sull’elettronica o all’apporto di un turbocompressore, ma rivisitando completamente gran parte della meccanica.
Meno impegnativi sono stati gli interventi sulla motorizzazione 1.5, che ha guadagnato un incremento di potenza di appena un cavallo (da 131 a 132), ma condivide con la sorella più potente alcune innovazioni come il sistema multimediale MZD Connect con display TFT a colori da 7 pollici, il navigatore satellitare integrato, l’impianto audio Bose (optional).
Sono state apportate anche alcune modifiche di dettaglio allo stile (riguardano i fari, la gamma colori, i cerchi in lega da 16 e 17 pollici) e introdotti aggiornati dispositivi hi-tech in funzione della sicurezza come il rilevatore di stanchezza, il riconoscimento dei segnali stradali, l’avviso di uscita accidentale dalla carreggiata, la telecamera posteriore, il supporto intelligente alla frenata in città. Soprattutto, è stata colmata una lacuna che aveva provocato qualche critica al modello uscente: ora è possibile regolare la posizione del volante sia in altezza che profondità. E ciò, naturalmente, gioca a tutto vantaggio della ricerca della migliore posizione di guida, elemento chiave a bordo di un’auto sportiva come la MX-5.
Resta invece invariata la gamma, che prevede non solo la scelta tra i motori 1.5 e 2.0 litri, ma anche la possibilità di optare tra la tradizionale spider soft-top (con copertura in tela) e la versione RF (Retractable Fastback) con hard-top retrattile elettrico. Nel primo caso la capote si apre e chiude con una manovra manuale molto semplice, che non richiede alcuno sforzo e si completa in pochissimi secondi, senza scendere dalla macchina e anche con una sola mano; nel secondo è disponibile un sistema automatico che provvede ad aprire o chiudere il tetto rigido in 13 secondi.
La MX5 RF – vale la pena ricordarlo – è l’unica che può essere richiesta (purché dotata del motore 2.0 litri) con il cambio automatico in alternativa al manuale a 6 marce montato sulle altre. E’ un valore aggiunto importante e in linea con le esigenze di un aggiornamento tecnologico che parte della clientela richiede; tuttavia sarà bene chiarire che il cambio manuale a 6 marce che equipaggia le altre MX-5 assicura manovrabilità e precisione eccezionali, in linea con lo straordinario piacere di guida. Un piacere che sulla versione 2.0 litri può diventare adrenalina pura grazie anche alla disponibilità dell’autobloccante.
A vantaggio della tradizionale spider, anche l’impagabile piacere del viaggiare en plain air con i capelli al vento. Un piacere che a bordo della RF si vive solo in parte, per via della natura stessa dell’auto: in questo caso la RX-5 diventa infatti una sorta di coupé trasformabile. Leggi l'articolo completo su
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