SANT’AGATA - Si è chiuso «il semestre migliore di sempre sotto il profilo di vendite, fatturato e profittabilità», per Lamborghini. È quanto comunica la stessa casa automobilistica bolognese che, nella prima metà del 2022, ha registrato consegne globali a quota 5.090 unità, con un incremento del 4,9%, sullo stesso periodo dello scorso anno mentre il fatturato ha raggiunto gli 1,332 miliardi in aumento del 30,6% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Il risultato operativo, viene evidenziato, ha fatto segnare un incremento, del 69,6% sul 2021 passando da 251 a 425 milioni. Il margine operativo ha invece raggiunto il 31,9%, superando il 24,6% raggiunto nello stesso periodo del 2021. «Chiudiamo un semestre straordinario - osserva Stephan Winkelmann, presidente e ad Automobili Lamborghini,- nonostante le continue incertezze date dallo scenario geopolitico. E le prospettive sono altrettanto positive: gli ordini raccolti coprono già tutto il 2023.»
Le consegne, sottolinea la Lamborghini, sono distribuite in maniera bilanciata su tutte e tre le macro-regioni in cui è presente: America, Asia Pacifico ed Europa-Middle East e Africa spartiscono rispettivamente il 34%, il 25% e il 41% dei volumi globali.
L’ad ribadisce la «road map di Lamborghini sulle emissioni con una ibridizzazione crescente e il ricorso a carburanti sintetici, prima di passare all’elettrico sulla Urus e su un ipotetico quarto modello». «Abbiamo qualche anno per capire se la benzina sintetica avrà un futuro e per decidere» la strategia della prossima generazione di vetture, quella che debutterà dopo il 2026, osserva il manager che evidenzia la difficoltà di pianificare con il target dello stop Ue alle vetture endotermiche a partire dal 2035. «Certo, ai piccoli costruttori l’Europa dà una deroga di 12 mesi rispetto a quella scadenza ma per un costruttore come noi non significa nulla» osserva. «Dobbiamo fare le scelte giuste: ci piacerebbero i carburanti sintetici ma molte località abbatteranno le soglie di emissioni per l’ingresso molto prima del 2035. E noi produciamo macchine che devono essere omologate e accettate in tutto il mondo» conclude Winkelmann.
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