LA TRUFFA POTENZIALE
L'indagine del Dipartimento della Giustizia Usa, di cui si era avuta notizia già giovedì, apre le porte ad una possibile inchiesta penale contro Fca per non aver rivelato all'Epa l'esistenza di un software che avrebbe permesso a 104 mila Jeep Grand Cherokees e Ram 1500s di superare i limiti di emissioni. Il ceo Sergio Marchionne aveva già lasciato intendere di aspettarsi un'azione del dipartimento della giustizia. Secondo Marchionne, che ha replicato duramente all'iniziativa, il paragone con Volkswagen «non ha senso», perché Fca non ha usato software truccati. La Commissione la pensa allo stesso modo: «Si tratta di insufficienti informazioni sulla strategia, la parola defeat devices non è stata usata finora» dalle autorità Usa. Il colosso tedesco ha già dovuto impegnare svariati miliardi di dollari per riparare allo scandalo emissioni. La multa per Fca in America potrebbe ammontare a 4,6 miliardi, secondo i calcoli preliminari dell'Epa. La tempistica degli annunci delle autorità americane fa sospettare un'accelerazione dell'amministrazione Obama contro i costruttori europei prima della presidenza Trump. Ma gli investitori sembrano meno preoccupati: il titolo di Fca ieri ha recuperato il 4,6% alla Borsa di Milano. A tremare è anche Renault, che a Parigi ha perso il 2,9% dopo che tre giudici istruttori della Procura parigina sono stati incaricati di indagare su una potenziale truffa sulle emissioni dei modelli diesel «ai danni della salute umana». La casa automobilistica ha assicurato di muoversi nel «rispetto della legislazione francese ed europea. I veicoli Renault sono sempre stati omologati conformemente alla legge e alle regolamentazioni» e «non sono equipaggiati di software di frode alle norme anti-inquinamento», ha spiegato il gruppo in una nota. Paradossalmente l'indagine contro Renault, di cui lo Stato è il maggiore azionista, ha avuto origine da una decisione del governo: era stata la ministra dell'Ambiente, Ségolène Royal, a incaricare la Direzione generale della Concorrenza, dei Consumi e dell'Anti-frode di verificare le emissioni di tutte le marche commercializzate in Francia in condizioni effettive di guida. I risultati non sono mai stati pubblicati interamente. Tra Volkswagen, Fca e Renault, il sospetto è di una truffa su vasta scala sulle emissioni diesel, con le autorità europee incapaci di far applicare le regole Ue anti-inquinamento. Per correre ai ripari, la Commissione ha deciso di condurre dei test autonomi sulla Fiat 500X. «Nel quadro della procedura» tra Germania e Italia, «il nostro Joint research center a Ispra ha compiuto delle misurazione sui NOx di una vettura contestata», ha detto la portavoce dell'esecutivo comunitario, confermando che «un'auto è stata affittata». Leggi l'articolo completo su
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