Nel 2011 arrivò sul mercato (non in Europa) la prima Optima ibrida, seguita tre anni dopo dalla piccola Ray EV a batterie riservata al mercato interno e dalla Soul in versione elettrica, a testimonianza di un impegno davvero a tutto campo sulla strada della futura mobilità sostenibile. Per quanto riguarda la nuova arrivata, a fare la differenza rispetto alla precedente generazione dello stesso modello è ovviamente la tecnologia plug-in che, grazie alla possibilità di ricaricare le batterie da una normale presa di corrente, mette a disposizione fino a 54 km di autonomia in modalità puramente elettrica, e quindi a emissioni zero, a patto di non superare i 120 km all’ora. E che, dal punto di vista del posizionamento di mercato, fa di Kia uno dei pochi brand a poter già offrire al cliente questa evoluta tecnologia.
In termini di prestazioni, il sistema costituito dall’abbinamento tra il motore termico a benzina 2.0 da 156 cv e un’unità elettrica da 67 cv collocata al posto del convertitore di coppia del cambio automatico a 6 marce genera un sistema da 205 cv complessivi e 350 Nm di coppia massima disponibili da subito in grado di garantire performance più che soddisfacenti con risultati davvero importanti a livello di impatto ambientale: 37 g/km di CO2 (equivalenti e 1,6 litri per 100 km) registrati nel ciclo di omologazione europeo. Il tutto con una velocità massima di 192 km orari è un’accelerazione 0-100 in 9,4 secondi. Il sistema ibrido plug-ha consentito di ridurre la capacità del serbatoio della benzina a 55 litri (dai 65 delle Optima convenzionali) senza penalizzare l’autonomia complessiva, mentre l’ingombro della batterie, collocate sotto i sedili posteriori e nel vano riservato alla ruota di scorta – sostituita dal kit di gonfiaggio – ha lasciato a disposizione dei bagagli 307 litri contro i 510 della berlina in versione “normale”.
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