E registra un sostanziale miglioramento. Va aggiunto, però, che sulla media annuale di un’altra sostanza, il biossido di azoto (N02), probabilmente i limiti saranno superati, dunque va tenuta alta la guardia, anche se difficilmente una limitazione della circolazione - per quanto utile dal punto di vista educativo, ripetono gli esperti - avrà effetti su questo fronte.
Vediamo i dati aggiornati al primo dicembre 2018. Quel singolo giorno i valori di tutte le centraline erano sotto i limiti. Per legge, le pm 10 (le polveri sottili) non devono andare oltre i 50 microgrammi per metrocubo: la centralina con il dato più elevato, Arenula, è ampiamente sotto, a quota 38. Ma c’è un altro modo, più efficace, per comprendere l’andamento delle polveri sottili: il numero di giorni in cui il limite di 50 microgrammi per metrocubo è stato superato in un anno. Non devono essere più di 35. In passato Roma oltrepassava ogni anno quel limite e di fronte all’emergenza si ricorreva a contromisure come targhe alterne o blocco totale del traffico. Nel 2017, per la prima volta, Roma in regola, con 26 giorni oltre i limiti.
Bene anche quest’anno: la centralina con più superamenti è Preneste: 16 giorni oltre i limiti. Meglio del 2017, perché l’anno scorso il primo dicembre era caratterizzato da 17 giorni di superamenti. Tutti gli altri valori sono accettabili. Va mantenuta alta l’attenzione sul biossido di azoto, NO2: la media annua potrebbe superare i limiti, anche se quella giornaliera è inferiore. L’Arpa Lazio sta studiando gli effetti sulla produzione delle polveri sottili delle biomasse usate per il riscaldamento (legna e pellet). Un camino in quanto a pm10 prodotte vale 1.000 caldaie. E si studiano le polveri sottili prodotte dai forni a legna delle pizzerie: a Roma sono 15mila.
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