Secondo “Le Monde” Ghosn «sarebbe fuggito da quella casa per raggiungere un aeroporto discreto dell’arcipelago dove lo aspettava un aereo privato in partenza per la Turchia». L’ex numero uno del gruppo automobilistico «sarebbe entrato in Libano con una semplice carta di identità» avendo anche la cittadinanza libanese. Secondo il quotidiano francese «la fuga sarebbe stata combinata da Carole Ghosn che era con suo marito nell’aereo privato che è arrivato a Beirut. È anche probabile che Carole Ghosn, che dispone, a titolo personale, di importanti mezzi finanziari, abbia organizzato questa “evasione” con i suoi fratellastri che hanno eccellenti relazioni in Turchia».
Il 31 dicembre Carlos Ghosn ha confermato ufficialmente la sua presenza a Beirut. «Ora sono in Libano e non sarò più tenuto in ostaggio da un sistema giudiziario di parte come quello giapponese, in cui si presume la colpa, vige la discriminazione e vengono negati i diritti umani fondamentali». I media giapponesi parlano di «shock» dopo la fuga di Carlos Ghosn dal Giappone e di un forte imbarazzo per il Paese e per il suo sistema di sicurezza. L’esponente del partito liberaldemocratico Masahisa Sato, in un tweet, ha sottolineato che «la sovranità giapponese è stata violata»: «è un grosso problema che il Giappone abbia facilmente permesso la sua fuga illegale».
L’avvocato giapponese di Ghosn, Junichiro Hironaka, ha affermato di aver incontrato il suo cliente il giorno di Natale ma ha spiegato che non era stato messo al corrente delle intenzioni del suo cliente. «È stato come un fulmine a ciel sereno. Siamo sorpresi e perplessi», ha detto all’emittente giapponese Nhk Hironaka che ha aggiunto che crede ancora il suo cliente «innocente» anche se ha definito la fuga di Ghosn «ingiustificabile». Leggi l'articolo completo su
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