PARIGI - Per i nostalgici delle città deserte, quelli che durante il lockdown di marzo e aprile fotografavano gli scorci spettrali di piazze e strade senza abitanti, questa seconda edizione della chiusura generale della Francia è una grossa delusione. Se il traffico delle auto è sensibilmente diminuito, le vie di Parigi sono tutt’altro che vuote. E non ci sono ancora gli studenti, che torneranno da lunedì nelle scuole elementari, medie e licei. Alle tante deroghe, si aggiungono poi i ‘furbettì che in questo nuovo inizio stanno provando ad aggirare le regole per non chiudere. ‘A emporter’, la versione francese del take-away, il cibo da asporto, è oggi - primo giorno di lockdown light che durerà almeno fino al primo dicembre - il passepartout per non restare a casa. Il cartello lo espongono gran parte dei bar, caffè e bistrot. Che stamattina, inaspettatamente, non sono stati ritrovati con le saracinesche abbassate dai loro affezionati clienti.
Una chiacchiera tira l’altra e mentre «le patron» ti spiega che si tratta di un «tentativo che stiamo facendo», di un «modo per rimanere in piedi», arriva qualche caffè al banco e qualcuno si siede clandestinamente ai tavolini.
Il premier Jean Castex ha annunciato ieri «tolleranza» per questi viaggi di andata-ritorno fino a domenica sera, quando tutti saranno rientrati o definitivamente migrati in campagna. Da lunedì, nessuno dovrebbe più poter viaggiare da regione a regione all’interno della Francia, salvo autocertificazione di «motivi familiari imperativi». «Il lockdown ha più deroghe perché da marzo abbiamo imparato a convivere con il virus, abbiamo le mascherine e siamo abituati a tenerci a distanza», hanno ripetuto ieri Castex, il ministro della Salute Olivier Véran e gli altri membri del governo spiegando ai francesi le norme del Lockdown 2. Resta da vedere se - con questa versione light - si potrà raggiungere l’obiettivo fissato dal presidente Emmanuel Macron per tornare liberi a Natale: scendere sotto i 5.000 contagi al giorno dagli attuali 40-45.000 in media.
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