La filosofia è quella del “one man, one engine”, un uomo, un motore. Ogni unità viene dunque assemblata a mano, controllata meticolosamente, pezzo per pezzo e, alla fine del processo manuale, anche firmata: su ogni motore viene applicata infatti una targhetta di riconoscimento, con nome e cognome del maestro takumi che ha eseguito il montaggio.
La consuetudine responsabilizza al massimo gli operatori, ma li rende anche orgogliosi del proprio lavoro. “Firmiamo l’opera come se fossimo dei veri artisti” ha dichiarato Takumi Kurosawa (per un caso il nome coincide con il ruolo), leader del ristretto gruppo di specialisti (cinque persone) delegate al compito in un’ala esclusiva della fabbrica Nissan di Yokohama, una vera e propria sala sterilizzata come una camera operatoria, al cui interno ogni addetto cura l’assemblaggio di 374 singoli pezzi, impiegando circa sei ore di lavoro, mentre a pochi metri di distanza i sistemi automatizzati sfornano in continuazione altri motori della gamma Nissan.
Nell’operazione entrano in gioco anche qualità sensoriali come udito e tatto, ma la parte più importante del lavoro è legata alla precisione nel montaggio delle parti meccaniche. Il termine Takumi, del resto, nella cultura giapponese descrive proprio un maestro artigiano che ha perfezionato le sue qualità in anni di scrupoloso lavoro e dedizione.
“Questo impegno ci responsabilizza e ci riempie di orgoglio” dice Kurosawa, assicurando che “il montaggio manuale è sicuramente un sistema efficace per migliorare la qualità”.
Tra i compiti dei takumi c’è anche la regolazione delle valvole, che appena qualche anno fa, quando nacque la penultima generazione della Nissan GT-R, veniva gestita da una macchina, mentre ora viene eseguita a mano. “Misuriamo, rafforziamo, misuriamo di nuovo. Solo quando tutti i controlli hanno dato esito positivo, solo allora diamo il via libera per la consegna ai nostri clienti.” Tra questi, sono molti coloro che hanno voluto visitare la sala montaggio di Yokohama e conoscere personalmente il takumi che ha materialmente chiuso il motore destinato alla propria macchina.
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