Dell’Alfa Romeo si sa che finirà la produzione della Mito a Mirafiori, che dovrebbe essere sostituita da un crossover, mentre resta da definire l’erede della Giulietta. Per Maserati si pensa a un suv grande che potrebbe essere prodotto a Mirafiori dove sui fa già il Levante o a Grugliasco, mentre il coupè Alfieri potrebbe essere prodotto a Modena. Il marchio forte è Jeep che nel piano farà la parte del leone: dovrebbe raddoppiare le vendite nel 2022 rispetto a 1,4 milioni di unità del 2017, con un’espansione in Asia, Brasile ed Europa. Dovrebbe essere ridimensionato il marchio Fiat che potrebbe lasciare Stati Uniti e Cina per concentrare l’attività in Europa e in Sud America. In Italia resterà la produzione della 500X a Melfi, mentre quella della Panda sarà spostata da Pomigliano in Polonia. Non sarà più prodotta la Punto, a 25 anni dal lancio e oltre 9 milioni di esemplari, non è certo il futuro della Tipo realizzata in Turchia. Tutta la produzione italiana sarà concentrata sui modelli del lusso e sui Suv.
Marchionne, che lascerà Fca nella primavera del 2019 e affiderà il piano al suo successore, dovrà indicare soluzioni in tema di automazione, di guida autonoma, le risposte del gruppo alla sfida dell’elettrificazione, il futuro degli stabilimenti che producono i motori diesel per le auto (è il caso di di Pratola Serra, mentre la Vm di Cento fornisce motori diesel sui modelli Ram considerati Truck e pertanto meno coinvolti dalle limitazioni previste per le auto). All’amministratore delegato di Fca - che ha promesso di indossare la cravatta se l’obiettivo di azzerare il debito industriale sarà stato raggiunto - e al presidente John Elkann i sindacati chiedono certezze sull’obiettivo della piena occupazione negli stabilimenti italiani. Leggi l'articolo completo su
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