«Quando dopo più mesi non ci sono reazioni, né alle nostre domande né a quelle dell’Ue, questo non rende certo felici», ha concluso. «La Commissione ne avrebbe parlato volentieri con la Fiat, ma la Fiat ha rifiutato di collaborare. Alla fine di agosto, il nostro ministero ha inviato i nostri risultati al ministero dei Trasporti italiano e ha consultato la Commissione europea, e coloro che dovevano attivarsi», ha spiegato il portavoce. Ad ottobre c’è stata una nuova sollecitazione, ha aggiunto, e «la Commissione europea si è attivata ed ha avviato un procedimento di mediazione».
«L’Ue ha presentato gli esiti delle proprie indagini che confermano gli esiti delle nostre. Ha chiesto all’Italia di prendere posizione. La seduta successiva - ha continuato - di questa procedura di mediazione era prevista per fine gennaio, inizi febbraio, ma dal lato italiano è stata disdetta. E fino a oggi non vi è nessuna posizione sugli esiti della nostra commissione e su quelli della commissione Ue», ha concluso il portavoce, motivando così la decisione di Dobrindt di chiedere all’Ue di farsi garante del richiamo dei modelli coinvolti.
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