La F40, ricorda la Ferrari, è un capolavoro di ingegneria e di stile, entrato nell’immaginario collettivo come simbolo di un’epoca. Nell’anniversario della “nascita”, la Casa di Maranello ha raccolto i ricordi di tre degli artefici della F40: Ermanno Bonfiglioli, allora responsabile Progetti speciali; Leonardo Fioravanti, che per Pininfarina lavorò al design, e il collaudatore Dario Benuzzi. Quando fu presentata, racconta Bonfiglioli, «nessuno, se non gli stretti collaboratori di Enzo Ferrari, l’aveva ancora vista. L’iter di sviluppo e sperimentazione era stato avvolto infatti da una segretezza insolita all’interno dell’azienda. E la sorpresa per un simile salto stilistico fu quasi uno shock».
«Se dovessi indicare una ragione su tutte del successo della F40, direi proprio la sua linea che riesce a trasmettere immediatamente l’eccezionalità dei contenuti tecnici: velocità, leggerezza, prestazionalità», dice invece Fioravanti. Con la F40, conferma Benuzzi, «la precisione della sterzata, la tenuta stradale, la potenza dei freni e l’intensità dell’accelerazione raggiunsero livelli allora ineguagliati per un’ auto stradale».
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