L’escalation dei listini dei carburanti alla pompa è costato in soli 6 mesi agli italiani oltre 9 miliardi per i maggiori costi di rifornimento alle auto. Nello stesso periodo lo Stato ha incassato oltre 25 miliardi a titolo di Iva e accise su benzina e gasolio. Lo rileva una indagine condotta dall’associazione dei consumatori Consumerismo No Profit e dal centro ricerca di «Alma Laboris Business School», società specializzata in master e corsi di alta formazione, che ha analizzato l’andamento dei listini alla pompa degli ultimi 6 mesi per capire quanto sia costato alla collettività il «caro-carburante» e quanto abbia guadagnato lo Stato grazie ai rincari alla pompa. In base ai dati ufficiali del Mite, l’escalation dei listini di benzina e gasolio è iniziata lo scorso ottobre, quando i prezzi della verde hanno sfondato la soglia di 1,7 euro al litro iniziando una corsa al rialzo senza freni - spiegano Consumerismo e Alma Laboris - Considerando il parco veicolare italiano, i prezzi medi mensili dei carburanti registrati dal Ministero e una media di 2,5 pieni al mese, emerge che gli italiani tra ottobre 2021 e marzo 2022 hanno speso nel complesso 44,7 miliardi (oltre 23,5 miliardi di euro per i rifornimenti di benzina, 21,1 miliardi per il gasolio).
Nello stesso semestre dell’anno precedente i cittadini, in base ai prezzi medi dei carburanti in vigore da ottobre 2020 a marzo 2021, avevano speso per i medesimi consumi 35,6 miliardi di euro.
Ma nel 1977 questo peso era arrivato al 60%, Prima dell’intervento i prezzi in termini reali, quindi al netto dell’inflazione, erano simili a quelli toccati durante le crisi petrolifere negli anni Settanta. Guardando ai ai prezzi in euro, l’Italia, prima dell’intervento del Governo era il secondo paese dopo l’Olanda per valore delle imposte indirette per ogni litro di benzina e il terzo per prelievo fiscale per litro (dopo Olanda e Finlandia). Con l’intervento del Governo, il prelievo si riduce notevolmente, portando il livello delle imposte al di sotto della media europea (0,81 euro/litro in Italia contro 0,85 nell’UE). Il nuovo prezzo finale è allineato a quello della Spagna e un pò più alto della media europea, ma più basso rispetto alle altre economie avanzate in Europa. « L’Italia è al lavoro nella direzione di una maggiore indipendenza energetica in tempi rapidi - ha detto il viceministro dell’Economia, Laura Castelli - abbiamo fatto due decreti che hanno messo a terra 16 miliardi e un altro che abbiamo chiuso da poco che ne ha oltre 5. Probabilmente non sarà abbastanza, e si sta ragionando di autonomia energetica».
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