Poche parole, chiare ma impegnative visto il panorama competitivo con il quale la nuova Compass deve misurarsi, inserendosi nella fetta più vivace e promettente del mercato automobilistico mondiale, dove i Suv compatti – che valgono 6,3 milioni di pezzi all’anno – sono accreditati di un potenziale di crescita a 7,5 milioni entro il 2020.
Una fetta che fa gola a tutti i costruttori, come dimostra l’incessante moltiplicarsi delle novità nella fascia dimensionale compresa tra i 4 e i 4,5 metri. Ma una sfida che la nuova Compass – lunga 4.398 mm – affronta con la consapevolezza dei propri mezzi e la certezza di potersi misurare senza complessi con qualsiasi rivale, forte di uno stile (finalmente) fluido ed equilibrato, di soluzioni tecnologiche d’avanguardia, di un comportamento stradale più che convincente e di una confidenza sui terreni difficili che pochi concorrenti possono vantare.
In effetti, la “contaminazione” con la cultura automobilistica europea che ha fatto seguito alla progressiva integrazione tra i gruppi Fiat e Chrysler, culminata nella nascita di FCA Automobiles, ha giovato sotto ogni aspetto al marchio-simbolo del fuoristrada Usa. Lo dimostrano la felice evoluzione tecnico-stilistica di modelli storici come Wrangler, Grand Cherokee e Cherokee, piuttosto che la voglia di avventurarsi in territori inesplorati espressa dalla Renegade, con cui la nuova arrivata condivide a piattaforma, pur posizionandosi nel segmento immediatamente superiore.
Nella versione per i mercati Emea svelata a Lisbona, la Compass dispone di 4 motori (sui 17 previsti per questo modello realmente globale) dalle caratteristiche ideali per il Vecchio Continente: cilindrate contenute, ottimo mix di brillantezza e sobrietà, eccellente comportamento dinamico in tutte le situazioni di guida, tecnologie interamente sviluppate in Italia. L’offerta comprende il benzina 1.4 MultiAir di seconda generazione da 140 cv abbinato al cambio manuale a 6 marce e alle due ruote motrici, come il turbodiesel Multijet II 1.6 da 120 cv.
Al vertice della gamma si colloca il Multijet II da 140 cv, con cambio manuale o automatico, e da 170 cv con il solo automatico, in entrambi i casi associato alla trazione integrale assistita da tecnologie off-road originali ed efficaci come il Jeep Active Drive che, quando la situazione di marcia lo consente, riduce i consumi passando automaticamente, qualunque sia la velocità, dalle 4 alle 2 ruote motrici. Il medesimo dispositivo, ma nella più completa versione Low, comprende le marce ridotte indispensabili per affrontare i passaggi più impegnativi.
Se sull’asfalto la Compass si è rivelata comoda, facile e piacevole da guidare, persino sportiva con la motorizzazione più potente, sul percorso sterrato si è dimostrata una vera Jeep, superando in scioltezza ostacoli e insidie grazie al Selec-Terrain che ottimizza assetti e motricità, adattandoli al terreno che si deve affrontare, e che nella sua più recente evoluzione dispone delle modalità Auto, Sand, Mud e Snow, alle quali si aggiunge Rock nelle versioni più avventurose.
Dotata del sistema di infomobilità Uconnect che consente di gestire anche le funzioni di connettività per mezzo di display da 5, 7 e 8,4 pollici (quest’ultimo riservato alla versione Nav arricchita di alcune schermate specifiche per la marcia off-road), la Jeep Compass costa da 25.000 a 39.750 euro per una gamma articolata negli allestimenti Sport, Longitude e Limited, e nella versione di lancio Opening Edition da 36.450 euro.
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